Cromofobiche Utopie

…UTOPIA È IL CREDERE DI…
DE MARCO.MAGRIS.PASQUAL.POGGIOLI.

29Poter idealizzare una realtà soggettiva prescindendo, almeno in parte, dall’ausilio oggettivo di componenti cromatiche. A volte gli artisti ne avvertono l’esigenza quanto la possibilità inderogabile, di un ritiro spirituale; un’assenza che non è totale rinuncia, semmai sostanza rivelatrice di una visione più profonda e attenta delle cose.
Un tentativo di reazione spontanea ed inconscia che l’artista, alfine di decongestionare la propria percezione sensoriale, mette in atto, come ideale autodifesa, nella continua ricerca di se stesso.
Conseguenza? Forse la sovraesposizione estetica a cui la banale prostituzione di forme-colori chiassosi ci ha assuefatti attraverso l’espressione più persuasiva, distorta e violenta dei suoi tanti cattivi esempi, dei suoi tanti odierni richiami carnevaleschi.
È un rivolgimento introspettivo che pone noi artisti nel giusto verso di un dialogo-confronto di taglio trasversale (viste le peculiarità espressive dei rispettivi modelli di auto-interrogazione), volto ad estrinsecare il recondito mondo di valori interiori; l’essenza più pura di una condivisa astratta contemplazione.

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