Sentieri – GIAN LUCA SCHMIDT

IMMERSO NELLA NATURA, LO SPORT È CONTATTO DI ANIME.

Un abbraccio prolungato, sincero e caldo per questo incontro-intervista dopo alcuni anni in cui le nostre strade non si sono più incrociate. Pronto a stupirsi e gioire, arriva preparato e pronto a rispondere, è nel suo stile. Si parte con le domande e il suo calore mette in gioco la voglia di stare nell’emozione e si apre rapidamente in canali di comunicazione più intimi e complici.
Viene da un mondo, quello del manager sportivo ad alto livello, che non lascia spazio al sé profondo, che alleva persone molto competitive, che mastica carriere e ti espone al vento gelido del successo da raggiungere a tutti i costi.
Lui ha avuto la forza di uscire da quel mondo, prima sconfitto e poi rinato, ha scelto contando sulle proprie forze e trasformandosi a tal punto da imparare ad assaporare le cose semplici. Una scelta coraggiosa e non radicale, oggi continua il mestiere del manager sportivo in luoghi e con persone che agiscono insieme a lui nella continua ricerca del benessere organizzativo.
Ha rifiutato con dolore e determinazione gli aspetti più crudi e duri di quel mestiere per reinventarsi un modo migliore per lui e per chi lo accompagna nella vita, desidera dare valore ai rapporti, alle relazioni e al cuore.
Per nulla egocentrico, come si immagina un manager che ha cavalcato la tigre del successo, ama con concretezza essere idealista, la sua capacità di sostenere la coprogettazione non è solo un modello per crescere e far crescere ma è soprattutto il mezzo per sviluppare la diversità e alimentare la vicinanza.
Tiene a bada l’inquietudine grazie alla sua abilità di stare in presenza, segue la strada del mentore che vuole diventare punto di riferimento, un facilitatore che indica buoni sentieri con i suoi comportamenti.
Dice di sé che sa “ascoltare l’anima” di chi incontra, vero!

 
#lentezza

 
Lavorare sulla lentezza è stato il percorso più consistente della mia vita, sono stato così concentrato e arrogante rispetto alla mia carriera da perdere di vista tutti i valori, questo in particolare.
Un giorno mentre ero in un taxi, stavo prendendo l’ennesimo aereo della mia vita, riflettevo sul fatto che poco prima era caduto sul Pirellone di Milano un aereo. Arrivo in aeroporto, entro e comincio a guardare nel vuoto. Mi sono domandato perché il mio corpo non riusciva più ad andare avanti.
Quel fatto mi ha segnato profondamente ed è così che ho cominciato a sperimentare un nuovo modo di essere. Ho cominciato ad osservare e a godermi la mia vita.
Quando gioco a golf, mi immergo nella natura, osservo molto i dettagli mi piacciono in particolare gli alberi, mi concentro sull’amico che mi accompagna e ho sempre l’attenzione pronta per tutti gli animaletti che incontro. Lo faccio costantemente anche nella mia vita, non scappo più, la mia vita si è fermata, il tempo non ha più significato. Parlo con il Signore a modo mio per comprendere di nuovo il valore delle cose che mi circondano.

 
#creatività 


Ho sviluppato negli anni un tipo di cultura da manager, mi identifico in una visione da facilitatore, un ruolo che implica la miglior condivisione possibile delle conoscenze. Un ruolo che esprimo attraverso la delega come un mantra, condividendo le mie idee con tutti. Per me è sempre stato così. La mia creatività l’ho messa sempre a disposizione.
Mi ritrovo in un progetto di comunicazione per Mandarina Duck… e forse qualcuno di voi lo ricorda, l’identità del progetto era “le borse con le ali”, occasione in cui ho messo a disposizione di tutti la mia idea, ho tradotto in una sintesi l’ascolto del gruppo di lavoro e così sono diventate le borse con le ali, la paternità l’ho persa, l’ho messa con leggerezza a disposizione del cliente perché questo per me rappresenta la vera condivisione nel lavoro in team.

 
#dubbio

 
Si, sono continuamente pieno di dubbi!
Un messaggio che mi risuona ancora “lo stupido vive di punti esclamativi, la persona sensata vive con il punto di domanda”.
Il leader è solo e deve decidere ma deve avere sempre il dubbio davanti agli occhi. Mi ritengo un buon decisore, ascolto colleghi e collaboratori per costruire una decisione comune e condivisa, che tenga conto delle idee di tutti.
So che il dubbio e la certezza convivono.

 
#riuso

 
Penso che il riuso di me stesso, delle esperienze che ho vissuto e delle mie conoscenze è quella parte sportiva che porto nelle aziende da consulente. Metodologie e buone pratiche per gestire resilienza e allenamento. La gente parla continuamente di talento, ho imparato che vale il 5% il resto è solo grande forza di volontà, è allenamento. Allenare le persone quotidianamente a lavorare con metodo, questo è il mio scopo, la ripetitività del gesto porta al successo. La mia esperienza mi porta a dire che lo sportivo gestisce meglio l’allenamento, penso che in azienda si parli troppo di competenze. Questo è il vero riuso.
Allenarsi a volersi bene per diventare uomini migliori.

 
#compassione

 
La mia filosofia di vita è la costruzione di elementi di pacatezza.

 
#silenzio

 
Lentezza e silenzio sono compagni di vita meravigliosi.
Mi prendo degli spazi per vivere in modo solitario, vado spesso in un luogo che mi piace, si trova ad Aviano è la Madonna del Monte, il silenzio mi riassetta, non parlare con nessuno, stare un po’ da solo con me stesso. Riemerge il mio amore per gli alberi, ritrovo pace, la mia pace attraverso il contatto profondo con il silenzio.
Una buona immagine di questo momento me la ricorda il fumo del sigaro, per me è calma sacra, la posso definire il modo giusto per la ristrutturazione cognitiva.

 
#speranza

 
Cerco di trasmettere il senso della lentezza, non bruciare il tempo, imparare a godere di ogni secondo di vita.
Se vivi così… la vita diventa lunghissima, si attiva il rispetto degli altri e si può vivere consapevolmente il senso della misura e del tempo. Pianificare il futuro per immaginare il modo migliore per vivere con intensità, questo vorrei lasciare.
Qualità di vita.

 
#coraggio

 
La mia infanzia e adolescenza è stata di un ragazzo cattivo, aggressivo con le persone cattive e insieme molto protettivo a difesa dei fragili. Il bullismo che ho vissuto mi ha reso inclusivo verso le persone meno fortunate o considerate deboli, insomma un po’ Robin Hood.

      Gian Luca Schmidt - "Immerso nella natura, lo sport è contatto di anime”info@studiofabbro.com